SONO SOLO I PRIMI 40 ANNI…

di Graziano Tonellotto

Raggiungere i 40 anni è sempre un bel traguardo per una associazione e per COSPE è dunque tempo di bilanci. Significa necessariamente guardarsi indietro, ripensare ai sogni e all’intraprendenza degli inizi e metterli in relazione con il peso e valore consolidato di COSPE oggi. Le traiettorie e i variegati percorsi intrapresi fino ad ora sono un enorme patrimonio di conoscenze, costruito insieme a una vasta rete di relazioni che fa del 40enne COSPE un importante progetto collettivo.
Tutto nacque da un contesto favorevole e da una serie di incontri fortunati: nella primavera del 1981, un piccolo gruppo di amici, spinti dalla forza visionaria di Luciana Sassatelli, decise di mettere insieme volontà, sogni e passioni per dare il via al progetto ambizioso di creare una struttura capace di coniugare diritti umani, solidarietà e cooperazione. Si arrivò così all’aprile 1983, con una decina di compagni di viaggio impegnati nella solidarietà, università, sindacati, a firmare l’atto costitutivo di COSPE.
La messa in comune e la costruzione di relazioni in Italia e all’estero, con la volontà di convogliarla in progetti concreti di sostegno ai Movimenti di Liberazione insieme ai Comitati di solidarietà – e in alcuni casi anche promuovendoli – in Toscana ed Emilia-Romagna si concretizzarono anche in iniziative e raccolta fondi che coinvolgevano Enti Locali, scuole, università, partiti e sindacati. Iniziava quella che all’epoca chiamammo “cooperazione popolare”, un filone di lavoro importantissimo per far conoscere e radicare COSPE e accedere al cofinanziamento della Comunità Europea.
Da pochi anni era stata varata la Legge 38/79, la prima Legge organica di cooperazione internazionale dell’Italia e il Ministero degli Esteri favoriva la nascita e lo sviluppo di Ong laiche di cooperazione. Ci fu sostegno finanziario e accompagnamento da parte di altre Ong ma tra i soci fondatori non c’era il becco di un quattrino e tutto fu lavoro volontario per molto tempo. A metà ’84 arrivò il riconoscimento giuridico del Ministero che permise di accedere ai fondi della cooperazione italiana.
Fin dai primi interventi COSPE lavorò sui diritti umani, in particolare a favore di popolazioni rifugiate, il diritto al lavoro, la formazione professionale, le condizioni delle donne, il sostegno economico e produttivo a gruppi e organizzazioni contadine e dei giovani. I primi importanti progetti in Africa (Capo Verde, Senegal, Niger) e America Latina (Rep. Domenicana, Uruguay) cominciarono via via a essere sempre più grandi e complessi ma allo stesso tempo aumentavano competenze e professionalità di giovani donne e uomini di COSPE in Italia e all’estero. Alle tante iniziative di educazione allo sviluppo unimmo –tra i primi in Italia- importanti progettualità, innovative e visionarie legate all’antirazzismo, all’immigrazione, alla mediazione culturale e alla comunicazione interculturale, con forti legami con le donne immigrate, i primi gruppi di immigrati organizzati e le politiche degli Enti Locali.
Quaranta anni dopo COSPE riesce ancora a creare sinergie e tessere intrecci di esperienze e reti di vissuti nel Nord e Sud del mondo tutti necessariamente interconnessi. “Reti di relazioni” è forse il concetto che meglio esprime la tessitura realizzata in questi 40 anni. Nonostante le complessità dei contesti e delle società si siano moltiplicate, i fili conduttori che uniscono gli obiettivi e i sogni di allora con le tematiche di oggi rimangono per noi gli stessi. E in questo numero speciale di Babel cerchiamo di raccontarli, attraverso testimonianze antiche e nuovi contributi che ben raccontano l’impegno di COSPE di ieri e di oggi.

 

Socio fondatore, Vicesegretario 1983-1990 e Segretario Generale COSPE 1994-1998. Attualmente Presidente
dell’Organo di controllo. Lavora come esperto e consulente su America Latina per l’Unione Europea 

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