Far rispettare i diritti è un’impresa

— I principi guida emanati dal Consiglio Onu chiedono agli Stati di difendere i diritti umani. Con indicazioni precise anche per le imprese transnazionali.


La tematica imprese e diritti umani ha trovato la sua massima espressione a livello internazionale con l’adozione nel 2011 da parte del Consiglio Onu per i Diritti Umani dei “Principi Guida su imprese e diritti umani”. Il documento si basa su tre cosiddetti Pilastri, ovvero: 1) l’obbligo dello Stato di proteggere i diritti umani; 2) la responsabilità delle imprese di rispettare i diritti umani; 3) un più efficace accesso alla giustizia e al rimedio. Secondo quanto contenuto nei 10 Principi che compongono il primo Pilastro, allo Stato non è solo richiesto di conformarsi all’obbligo internazionalmente riconosciuto di proteggere, rispettare e far rispettare i diritti umani (protect, respect and fulfil human rights), ma anche di incoraggiare, se non in senso lato obbligare, le imprese dislocate sul territorio nazionale al rispetto dei diritti umani e a comunicare in maniera efficace il loro impegno in termini di policy e di iniziative messe in atto.

I Principi Guida non contengono d’altra parte una richiesta precisa di recepimento del loro contenuto da parte degli Stati, ma a partire dal 2013 ad oggi (novembre 2018) 21 Stati a livello mondiale, tra cui il Cile, la Colombia, gli Stati Uniti d’America e la Svizzera hanno adottato i cosiddetti Piani di Azione Nazionale (Pan) su imprese e diritti umani. A livello europeo, oltre alla Gran Bretagna che ha pubblicato per prima un Pan in materia nel settembre 2013 e una successiva versione aggiornata nel 2016, anche Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lituania, Lussemburgo, Olanda, Polonia, Repubblica Ceca, Spagna e Svezia hanno presentato i loro Pan nel corso di questi ultimi 4 anni.

In realtà, un Piano di Azione Nazionale è uno strumento politico e programmatico che delinea le priorità, gli impegni e le iniziative del Governo in uno specifico ambito di intervento e non esiste un esempio univoco da seguire sia nella fase di redazione del Pan, sia in quella di coinvolgimento e di consultazione con gli stakeholder potenzialmente interessati. Ad oggi, tutti i Piani di Azione pubblicati hanno focus diversi, a volte solo sul ruolo dello Stato e sul tema dell’accesso alla giustizia per le vittime, altre volte accennano anche al contenuto del secondo Pilastro, ovvero la responsabilità delle imprese. Risulta quindi abbastanza complesso dare una valutazione definitiva sul contenuto e sull’efficacia dell’implementazione delle misure proposte, anche per lo scarso impegno fattivo espresso dai Governi che finora hanno realizzato e pubblicato i Pan.

In merito, si possono però velocemente ricapitolare i punti salienti di alcuni Piani di Azione, soffermandosi su quelli italiano, colombiano e cileno, relativi soprattutto alle linee di azione espresse dai Governi. Innanzitutto, riguardo alla struttura interna che segue sempre quella dei “Principi Guida Onu”, i due Piani latinoamericani fanno un preciso e chiaro riferimento al secondo Pilastro, occupandosi della responsabilità delle imprese di rispettare i diritti umani, mentre il Pan italiano adotta un approccio prettamente statale, riferendosi solo al ruolo dello Stato rispetto al primo e al terzo Pilastro dei “Principi Guida”. In particolare, nessuno dei tre Piani prevede un impegno fattivo in termini di adozione di leggi che possano obbligare le imprese a rispettare gli standard ed i principi internazionali dei diritti umani, ma tutti e tre si limitano a promuovere, garantire e sostenere il processo di Human Rights Due Diligence – ovvero un esercizio di valutazione e azione preventiva o mitigativa delle violazioni dei diritti umani compiute dal settore privato – che le imprese dovrebbero implementare lungo tutta la loro catena di fornitura. Mentre il Pan cileno richiama l’impegno del Governo nell’ambito degli appalti pubblici, quello colombiano si focalizza ovviamente sulla gestione della situazione post-conflitto a livello territoriale. Inoltre, tutti e tre i Piani fanno un preciso riferimento all’implementazione delle misure previste nell’ambito degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Infine, mentre i Pan cileno e colombiano individuano chiaramente le istituzioni competenti a livello nazionale a supervisionare ed implementare i vari obiettivi e le misure previste in ciascun ambito, il Piano italiano manca di chiari riferimenti istituzionali: l’augurio è che con la pubblicazione entro fine novembre della versione aggiornata del Pan italiano, in seguito alla revisione di medio termine, venga accolta la richiesta formulata più volte dalla società civile, ed in primis da Hric (Human Rights International Corner), riguardo a questo gap da colmare.

In conclusione, i Piani di Azione rimangono ad oggi – sebbene strumenti prettamente politici – gli unici documenti che manifestano l’impegno e l’interesse degli Stati nel voler attuare quanto contenuto nei Principi Guida Onu. Sono sicuramente non risolutivi, ma segnano un primo, ed importante, passo verso una maggiore attenzione e responsabilità dei Governi in un ambito finora, purtroppo, sconosciuto ed il più delle volte poco considerato.

di Marta Bordignon
Presidente e co-fondatrice dell’associazione Human Rights International Corner Ets

IL PROGETTO – PRINCIPI GUIDA ONU
Negli ultimi anni, in Perù, Colombia, Argentina e Brasile sono cresciuti gli investimenti delle multinazionali estere che si sono insediate nei territori portando con loro importanti conseguenze ambientali e sociali. Gli strumenti ideati per il rispetto dei diritti umani e degli standard sociali e ambientali sono ancora molto deboli e poco utilizzati. Le popolazioni che difendono i loro diritti non riescono ad ottenere risposte alle loro rivendicazioni ma anzi vivono in un contesto dove la protesta sociale è criminalizzata. Nel 2011 nell’ambito delle Nazioni Unite sono stati approvati i “Principi guida per le imprese e i diritti umani” ed è proprio a partire da questi che nasce il progetto “Imprese transnazionali e Principi guida: verso meccanismi efficaci per la protezione dei diritti umani in America Latina”. L’obiettivo di questo ambizioso progetto è quello di promuovere nei territori in questione strategie e azioni di visibilità, difesa, promozione e garanzia dei diritti umani, basandosi sulle linee guida dell’Onu per raggiungere risultati concreti nei territori.

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