ANCESTRALE. Carla Virginia Rodas Arano. La Cultura Indigena difende l’Ambiente. Parola di Antropologa

di ANTONIO LOPEZ Y ROYO

Carla Virginia Rodas Arano, boliviana, con master in studi socio ambientali e laurea in  antropologia, ha lavorato per più di 10 anni nella giustizia ambientale e nel cambiamento climatico.

Nella tua esperienza quale è il ruolo delle donne nella conversione ecologica delle economie locali?

Diverse iniziative ecologiche delle economie locali hanno leader donne. Questi progetti si concentrano principalmente sulla difesa dell’acqua, la difesa della foresta, il cambiamento climatico e la produzione locale alternativa versus attività che depredano l’ambiente e il contesto. Per esempio le donne della Chiquitanía (regione boliviana al confine con Argentina ndr) realizzano prodotti non legnosi come shampoo, oli essenziali, artigianato e prodotti derivati da palme, mandorle e ortaggi vari.

Qual è l’importanza del ruolo delle donne nella cultura indigena originaria nella protezione dell’ambiente?

Le donne indigene hanno un ruolo importante nella protezione dell’ambiente e sono le prime a organizzarsi di fronte al rischio di dispersione di acqua, delle piantagioni intensive, dell’allevamento degli animali e delle fertilità della terra. Una delle reti più importanti in Bolivia è la Red Nacional de Mujeres de la Madre Tierra (Renamat) che vede la partecipazione di donne delle province di Oruro, La Paz y Potosí, un gruppo numeroso che si è organizzato per denunciare i danni provocati dalla miniera, dell’inquinamento che provoca e il cattivo utilizzo dell’acqua. Tutte cose che provocano grossi problemi di salute alla popolazione e agli allevamenti di bestiame da cui le comunità traggono reddito e sostentamento. Questa rete è accompagnata dal Colectivo Casa, che si è dedicato a raccogliere informazioni relative alle denunce delle donne indigene di Renamat. Un altro esempio il caso dell’organizzazione di donne del Parco nazionale del Tipnis, che si sono associate per la lotta della foresta e del territorio di fronte all’avanzamento della deforestazione causata dalla costruzione di strade e per l’estensione delle coltivazioni intensive. Inoltre, anche se il ruolo delle donne è diversa a seconda delle varie comunità, in tutti e tre i piani ecologici presenti in Bolivia (Ande, valli e Amazzonia) la donna è rimasta legata al ruolo di madre e alla difesa della vita, del territorio e dell’ambiente. Le donne indigene rimangono frequentemente nella comunità di origine, curando la terra e le produzioni e in molte occasioni sono ritenute protettrici della fertilità e della vita. 

Secondo la tua esperienza e i tuoi studi, ci puoi dire che influenza ha la cultura ancestrale su queste attività ambientali delle donne e delle comunità in generale?

La cultura implica una costruzione complessa che comprende i prodotti del territorio, l’organizzazione, l’economia e la ritualità. Le popolazioni indigene, così come la popolazione contadina e le diverse comunità agricole, hanno elaborato la loro cultura in accordo al loro contesto e alla natura e quindi in maniera profondamente legata all’ambiente. Anche per questo motivo è necessario analizzare la storia dei gruppi per poter riflettere sul livello di danni che i cambiamenti climatici o una miniera o una azienda petrolifera (tra le varie cose), provocano a questa cultura.

Quali sono le sfide e i problemi attuali in Bolivia legati all’ambiente e alla posizione dei difensori dei diritti ambientali?

Sono principalmente legati alla posizione politica di sviluppo versus la protezione dell’ambiente. Purtroppo la politica attuale dà un peso maggiore allo sviluppo, perché si pensa che la Bolivia debba uscire da una situazione “terzomondista”. Questo punto di vista implica lo sfruttamento intensivo delle risorse, incluso quelle dentro le aree protette. In questo modo molti difensori e difensore ambientali sono stati attaccati, in alcune occasioni perseguitati, per il solo fatto di lottare per una situazione rilevante e alternativa a questo modello per la crescita del paese.

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