TAXI DRIVER A GAZA: NAELA, UNA DONNA ALLA GUIDA

Intervista a NAELA ALI FAHEEM ABU JIBA

Naela Ali Faheem Abu Jiba ha 40 anni, è sposata e madre di cinque bambini. Ha ottenuto una laurea in servizi sociali, ha lavorato in precedenza come formatrice dello sviluppo umano e ha un diploma in amministrazione e gestione delle crisi, usato per i suoi corsi di primo soccorso e per l’insegnamento del Corano. Inoltre, era candidata alle elezioni parlamentari del 2021 nella lista “Karamti” (la mia dignità). Oggi fa l’autista di taxi a Gaza, non propriamente un lavoro “da donne”. Naela, come Lema Nazeeh, è una donna coraggiosa e il suo esempio è importante per tutte coloro che, come lei, decidono di intraprendere nuovi mestieri e nuove strade.

“Mio padre ha sempre sostenuto finanziariamente me e i miei figli, fino alla sua morte. Poi, ottenuta la sua eredità, ho deciso di costruirmi una casa per me e i miei bambini, far sposare mio figlio maggiore e comprare una macchina. L’idea di lavorare come autista per un ufficio è nata dal mio bisogno di lavoro e dalla mancanza di una fonte di reddito dopo la morte di mio padre. Questa è stata la molla e ho colto un’occasione. Infatti mentre ero con un amico in un salone di bellezza dove lui lavora, ho sentito una delle clienti litigare con il marito al telefono riguardo alla necessità di avere una macchina. In quel momento ho pensato che questa necessità era comune a molte donne, e che avrei potuto lavorare come conducente di trasporti per donne, specialmente per quelle che si sentono a disagio a stare in auto con un uomo. Ho quindi cominciato a cercare clienti tra donne impiegate, lavoratrici, insegnanti e studentesse.

Ho iniziato a stampare biglietti da visita e a distribuirli nei negozi femminili, specialmente parrucchieri e scuole. Una giornalista, cliente del salone di bellezza, ha trovato il biglietto e mi ha chiamato, mi fece un’intervista e a quel punto sono diventata famosa e la mia attività è decollata. Il mio lavoro come autista non mi impedisce di fare i lavori a casa e stare dietro alla famiglia, riesco a fare tutto. Certo prima di avere un’attività indipendente e questo equilibrio, ho incontrato molti ostacoli da affrontare. È stato difficile sia per la mia famiglia, che ha fatto pressione perché lasciassi il lavoro perché temeva di perdere la reputazione, che dalla società in generale che non vede ancora bene una donna alla guida di un taxi! Superati questi ostacoli, continuando a lavorare come volevo, ci si è messa la pandemia a complicare tutto e a creare gravi difficoltà: a causa dell’interruzione della vita e della chiusura di scuole, parrucchieri, saloni, ristoranti e posti frequentati principalmente da donne, mi sono ritrovata disoccupata. Adesso le cose stanno piano piano riprendendo.

Credo che il mio lavoro sia molto utile anche per tutte le altre donne, possono muoversi molto più liberamente o senza disagio con me alla guida, specialmente di sera. Ma vorrei fare anche di più: sto infatti cercando di espandere il mio lavoro portando sempre più donne a diventare autiste con le proprie macchine e aprendo un ufficio di taxi specializzato per le donne. Inizialmente, quando ho raccontato le mie intenzioni, ho trovato l’approvazione e l’incoraggiamento da parte di molte donne che sono in possesso di una patente di guida e di una loro auto. Ma subito dopo l’entusiasmo iniziale mi sono trovata di fronte alla loro riluttanza a partecipare a causa della loro timidezza, dei commenti della gente o dall’impedimento da parte delle loro famiglie. C’è ancora molto da fare per le donne di Gaza, per diventare davvero indipendenti economicamente e “moralmente”, e anche e soprattutto per questo, io non smetterò di guidare, anche per le altre donne”.

L’intervista a Naela è stata fatta nell’ambito del progetto di COSPE a Gaza, “Gender Equality in the Economic Sphere”.

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