Coltivare la terra ci ha salvato

I prodotti di qualità e di prossimità dei piccoli agricoltori hanno permesso all’Albania di sopravvivere nell’emergenza

 

In Albania, come nel resto del mondo, un settore che non si è fermato neppure durante l’emergenza da coronavirus e che, anzi, è stato chiamato a lavorare di più è quello dell’agricoltura. Questa pandemia, paradossalmente, ha dato la ribalta a piccoli produttori e alle aziende agricole familiari, mettendo in luce il valore del loro lavoro di qualità e di prossimità. Quando si è ridotto l’import di materie prime dall’estero, sono stati loro i veri protagonisti della scena. Rozeta Gradeci, rappresentante paese per COSPE in Albania e project manager di “Agricoltura del Nord” un progetto finanziato dalla Cooperazione italiana per sostenere i produttori locali della zona della Zadrima, regione rurale tra le città di Scutari e Lezha, ci conferma che i contadini sono stati chiamati a lavorare di più: “Le attività dei contadini si sono intensificate, non c’è più un appezzamento di terra non coltivato. È un piacere vedere queste zone fertili e rigogliose così curate dagli agricoltori. Da lontano ricordavano i nostri ricami”. Ma questo è anche il momento di avanzare delle richieste concrete al Governo. “In Albania l’agricoltura contribuisce al 20% del Pil -ci dice- ma accede solo al 2% del budget nazionale in termini di sussidi e servizi. COSPE insieme a Andr-Albanian Network for Rural Development e altre organizzazioni nazionali e internazionali che lavorano per lo sviluppo rurale, ha inviato una lettera al Ministero dell’Agricoltura per chiedere più sostegno a questo settore e anche di dare più spazio alla produzione locale invece che all’importazione dei prodotti agricoli. Il Ministero per ora ci ha assicurato sostegno ma vedremo e monitoreremo”. Una “rivendicazione” che per la Zadrima ha un particolare valore dato che proprio in queste zone rurali, vivono i fornitori principali non solo per le città come Scutari e Lezha, ma anche per Tirana e dintorni.“ La pandemia è stata quindi l’occasione, purtroppo drammatica, in cui si è visto quanto essenziale sia questo lavoro per la sicurezza di un’intera comunità. “E ci dimostra ancora una volta e ancora di più -conclude Rozetache dobbiamo mangiare i prodotti della nostra terra come abbiamo fatto per millenni e meno dagli scaffali dei supermercati, come è successo in Albania negli ultimi 10 anni”. Fosse anche solo la rivalutazione dei mercati contadini e dei piccoli produttori, almeno una cosa buona questo virus l’avrebbe fatta.

di Rozeta Gradeci

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