Intervista a Msizi Mkhabela di Phile Nhlabatsi
Nella ricognizione sui danni e le conseguenze sulle associazioni africane in prima linea per i diritti Lgbtqia+ e il contrasto allʼHiv, abbiamo intervistato Msizi Mkhabela, operations Manager di HealthPlus4Men (HP4Men), una ong nata nel 2014 Eswatini con lo scopo di affrontare i diversi bisogni di salute sessuale degli uomini e i problemi legati allʼHiv/Aids attraverso servizi medici e psico-sociali gratuiti.
Il taglio improvviso dei finanziamenti Usaid ha avuto un impatto sulla vostra associazione o sulla rete di associazioni con cui lavorate?
Sì, il taglio dei finanziamenti ha avuto un impatto significativo e devastante sullʼintera comunità queer, così come sulla rete più ampia di organizzazioni della popolazione chiave (con popolazione chiave si intende quella percentuale della popolazione generale ad alto rischio di contrarre lʼinfezione da Hiv a causa della discriminazione e dellʼesclusione sociale Kp ndr). Il Programma della Popolazione Chiave coordinato dal Programma Nazionale Aids del Ministero della Salute, dipendeva fortemente dai finanziamenti di Pepfar e del Fondo Globale per sostenere interventi critici ad alto impatto mirati a fermare la diffusione dellʼHiv e a invertire il suo impatto per mantenere il controllo dellʼepidemia. Pertanto, il congelamento dei finanziamenti ha profondamente compromesso i servizi di prevenzione, trattamento e cura dellʼHiv annullando anni di progressi nella lotta contro lʼepidemia di Hiv.
Questo fatto, pur grave, si inserisce anche nella cornice narrativa “antigender” a livello mondiale, Cosa puoi dirmi della situazione dal tuo osservatorio?
La nuova politica sul genere è devastante su scala molto più ampia. Gli Stati Uniti sono stati a lungo considerati un modello globale nella difesa dei diritti umani. Svegliarsi con un cambiamento di politica che mina i diritti fondamentali allʼautonomia corporea e alla libertà di espressione è un colpo significativo, non solo per la comunità queer ma per il movimento più ampio che sostiene la Diversità, lʼEquità, lʼInclusione e lʼAccesso. Nella stessa settimana del discorso di inaugurazione del Presidente, abbiamo ricevuto chiamate da giornalisti che ci chiedevano i nostri prossimi passi, alcuni addirittura supponendo che avremmo dovuto chiudere. Tuttavia, abbiamo risposto fermamente che il nostro lavoro trascende i cambiamenti politici e di finanziamento perché affrontiamo problemi reali, problemi che non riguardano solo le statistiche ma il diritto fondamentale alla vita, allʼidentità e alla dignità. Più preoccupante, alcuni membri della nostra comunità che hanno già segnalato di aver subito discriminazioni nelle strutture sanitarie generali, dove sono soggetti a retoriche dannose che etichettano la loro esistenza come “inculturale” o “abominevole” per la società. Questo crescente sentimento omofobico e transfobico è allarmante. Ciò che inizialmente è emerso come una tendenza in alcuni paesi dellʼAfrica centrale sta ora guadagnando slancio, con endorsement inquietanti da parte di potenti attori globali. Ora, più che mai, rimaniamo fermi nel nostro impegno a creare spazi sicuri, a sostenere un ambiente favorevole e a garantire che ogni individuo, indipendentemente dallʼidentità di genere o dallʼorientamento sessuale, possa accedere ai propri diritti senza paura o pregiudizi.
In generale stiamo assistendo in molte nazioni a una riduzione della libertà di espressione e degli spazi della società civile, con leggi restrittive e disinformazione: come attivisti, come state vivendo questo? Cosa ne pensate?
Stiamo assistendo a una significativa riduzione dello spazio della società civile, guidata da stereotipi dannosi, norme di genere rigide, dogmi culturali e religiosi e ideologie politiche. In Eswatini, le leggi esistenti, come il Codice Penale sul Vagabondaggio, le leggi sulla Sodomia e le sezioni della Legge sui Reati Sessuali e sulla Violenza Domestica, pur non sempre applicate, sono frequentemente utilizzate per intimidire e detenere illegalmente membri della comunità, soprattutto sex workers, uomini gay e individui transgender, sulla base di una polizia morale piuttosto che di preoccupazioni legali legittime. Queste leggi sopprimono la libertà di espressione e di movimento, rendendo pericoloso per gli individui vivere apertamente e accedere ai servizi essenziali di salute e diritti umani. Inoltre, il nuovo disegno di legge sulla regolamentazione delle Ong presenta unʼaltra minaccia allarmante. Se approvato, restringerà ulteriormente lo spazio civico, colpendo in modo sproporzionato le organizzazioni che sostengono la Diversità, lʼEquità, lʼInclusione e lʼAccesso. Queste organizzazioni, che sono strumentali nella lotta contro lʼHiv e nella promozione della salute pubblica, rischiano di essere silenziate o di vedersi negare la registrazione con il pretesto che il loro lavoro è “incostituzionale” o “inculturale”. Tali restrizioni minacciano di annullare i progressi duramente conquistati.
Affrontiamo problemi reali non statistiche: diritto alla vita, all’identità e alla dignità
É necessaria unʼazione di advocacy e alleanze strategiche e di solidarietà internazionale per resistere a queste misure regressive e garantire che i diritti umani rimangano al centro delle agende nazionali e globali.
Avete recentemente subito minacce, insulti o discriminazioni?
Sebbene affrontiamo regolarmente stigma e discriminazione, soprattutto nei punti di erogazione dei servizi, le minacce recenti e i sentimenti negativi sono diventati più forti, soprattutto alla luce del congelamento dei finanziamenti. Cʼè una crescente sensazione che il nostro lavoro possa finire, il che ha portato a un sentimento di soddisfazione tra alcuni individui. Ma abbiamo sviluppato resilienza e rimaniamo incrollabili nel nostro impegno a perseguire una società inclusiva, dove tutti gli individui, indipendentemente dal loro background, identità di genere o orientamento sessuale, abbiano accesso equo e giusto ai servizi essenziali di sviluppo. Prendiamo, ad esempio, lʼesperienza di una persona transgender che affronta la sfida di ottenere una patente di guida, aprire un conto bancario o accedere ai servizi governativi, tutto mentre il suo ID ufficiale riflette un sesso diverso dalla sua identità di genere. Allo stesso modo, consideriamo la situazione di un sex worker che segnala di aver subito violenza sessuale, o un uomo gay che segnala violenza domestica. Questi sono i tipi di sfide del mondo reale che le nostre comunità affrontano, e sono queste ingiustizie che consideriamo veramente insultanti, piuttosto che qualsiasi minaccia individuale o isolata.
Cosa intendete fare come attivisti nel prossimo periodo?
Considerando le sfide poste dalle agende politiche ed economiche in evoluzione, è diventato chiaro che i nostri sforzi devono essere guidati dallʼautosufficienza, con la comunità che assume un ruolo di leadership nella progettazione, implementazione e monitoraggio dei propri interventi. Questo approccio garantisce che non siamo colti di sorpresa nei momenti di cambiamento e possiamo continuare a fornire servizi essenziali indipendentemente dai fattori esterni. Stiamo anche formando partnership con vari settori per rafforzare il tessuto di supporto per le nostre comunità: lavoriamo con le strutture sanitarie, collaboriamo con le forze dellʼordine per combattere la violenza di genere e le violazioni dei diritti umani, facciamo advocacy con i politici e stiamo coinvolgendo i leader religiosi, che hanno unʼinfluenza significativa nella società, per promuovere la comprensione e il supporto per lʼinclusione, così come i leader tradizionali. Siamo anche impegnati a educare la società più ampia, incluso il settore privato, sullʼimportanza della Diversità, dellʼEquità, dellʼInclusione e dellʼAccesso (Deia). Infine, di fronte alle opportunità di finanziamento in diminuzione, stiamo esplorando soluzioni alternative per mitigare la crisi sanitaria pubblica attuale e garantire lʼaccesso continuo al trattamento salvavita dellʼHiv, in modo che le nostre comunità non affrontino interruzioni nelle cure essenziali.