Oltre i confini del visibile

di FEDERICA MASI, responsabile diritti umani

In un mondo sempre più attraversato da crisi multiple – ambientali, sociali, economiche e democratiche – i diritti delle persone Lgbtqia+ non possono essere considerati una questione “di nicchia”, ma rappresentano una cartina di tornasole della tenuta delle libertà e dellʼequità in ogni società. È su questa consapevolezza che COSPE fonda il proprio impegno: includere i diritti Lgbtqia+ nella cornice dellʼequità di genere non è solo una scelta etica, ma una necessità politica e strategica.

Lavorando fin dalla sua fondazione contro le diseguaglianze di genere e i diritti delle donne, COSPE ha maturato una visione intersezionale: non esistono oppressioni isolate, e le discriminazioni che colpiscono le persone Lgbtqia+ si intrecciano con quelle di classe, provenienza geografica, cultura, abilità e status economico, tra le altre. Rompere la logica binaria del potere patriarcale è oggi più che mai urgente. È un lavoro di trasformazione profonda, che passa dalla decostruzione di sistemi ingiusti alla costruzione di un nuovo ordine simbolico, sociale ed economico. Per COSPE, questa è la vera sfida del presente: affermare che senza giustizia per le persone Lgbtqia+, non cʼè giustizia per nessuno.

Questa visione si traduce in azioni concrete: progetti in Eswatini, Sud Africa, Zimbabwe, Malawi, Tunisia, Albania, Cuba per contrastare la discriminazione, la criminalizzazione, lʼesclusione sociale e la violenza omofobica e transfobica; collaborazioni con realtà italiane come IREOS e i festival queer per dare voce a storie non conformi, percorsi formativi e sistemi di protezione contro lʼhate speech.

Non si tratta solo di garantire diritti civili, ma di proteggere vite, offrire strumenti, costruire spazi sicuri e possibilità di autodeterminazione. Abbiamo partecipato alla ultima conferenza mondiale di ILGA nel novembre del 2024 come alleati dei movimenti queer, sapendo quanto sia necessario – oggi più che mai – unire le forze e intrecciare le lotte: femminismi, comunità queer, movimenti antirazzisti, migranti, disabili, lavoratori e lavoratrici precarie, e organizzazioni della società civile che si confrontano con spazi civici sempre più ristretti. Per COSPE, questo significa posizionarsi come alleata consapevole in una visione decoloniale per sostenere le comunità Lgbtqia+ nel loro protagonismo politico e sociale.

Questo numero nasce con lʼambizione di restituire complessità a una lotta che non è mai lineare, né geografica, né generazionale. Dalla Tunisia alla Colombia, passando per Sudafrica, Albania e Cuba, tracciamo una mappa affettiva e politica dei diritti queer nel mondo.

Parlare di Lgbtqia+ oggi significa anche confrontarsi con lʼonda lunga delle destre in Europa, con lʼimpatto delle nuove politiche statunitensi e con lʼurgenza di educare alle differenze. Ma significa anche celebrare chi lotta ogni giorno. E dare visibilità, raccontando queste storie è già un atto di resistenza.

Abbiamo bisogno di parole nuove, e di spazi dove possano risuonare. Questo numero vuole essere uno di quei luoghi.

 

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