Mare di rame. Libero Cobre all’assalto del Putumayo

di Pamela Cioni

Libero Cobre è una compagnia canadese legalmente registrata in Colombia dal 2018, che si occupa di esplorazione geologica di rame e altri minerali. L’impresa ha individuato a 10 km dal centro abitato di Mocoa, la capitale del Putumayo, il più grande giacimento di rame e di molibdeno della regione che si estende per un totale di ben 7.850 ettari.

Il giacimento è stato scoperto nel 1973 ma solo recentemente sono state chieste da Libero Cobre le concessioni per installare una miniera a cielo aperto per l’estrazione di questi rari materiali, fondamentali per lo sviluppo della cosiddetta transizione energetica. Questo è infatti lo slogan più frequente della compagnia, che scrive sul proprio sito e sui social: “Guidando la reindustrializzazione della Colombia a partire dall’estrazione del rame come mi- nerale strategico per rendere possibile la transizione energetica”.

È del luglio 2024 la notizia che anche il Municipio di Mocoa (che finora aveva posto un veto) ha accettato l’ingresso di Libero Cobre grazie a un piano di sviluppo quadriennale promesso al territorio. Tradendo di fatto tutti coloro che a Mocoa e in Putumayo, si sono mobilitati contro l’ingresso dell’ennesimo colosso straniero nel paese. Alvaro Fernando Paredes, rappresentante della Fondazione “Green Planet, Blue Planet” che si occupa di riforestazione solidale, è uno di questi.

Ci racconta che la zona di Mocoa è una zona strategica a livello naturalistico: ricca di fiumi, è di fatto una vera e propria riserva di acqua per tutta la regione: “Mocoa è circondata da fiumi, qui respiriamo acqua. Le pre- cipitazioni nella nostra regione, la zona pedemontana dell’Amazzonia, oscillano tra i 3.500 e i 4.300 millimetri all’anno. In altre parole, siamo praticamente i maggiori produttori di acqua. Noi ambientalisti e attivisti vogliamo che la nostra regione sia protetta sia dall’allevamento estensivo (molto sviluppato), che dall’estrazione mineraria. In questo momento il nemico numero uno è Libero Cobre”. Fino al maggio del 2024 esisteva un accordo comunale che ne impediva l’ingresso, ma le manovre dell’impresa hanno forzato questo accordo fino ad arrivare al piano quadriennale di cui sopra. L’estrazione pulita per ora non esiste: “Per parlare di energia pulita, dovresti parlare di un’energia che lo è fin dalle origini. Ovvero dall’estrazione pulita dei minerali, ma non è così: per rimuovere una tonnellata di rame, devi rimuovere più di 350 tonnellate di terreno. Il rame non è in una vena, il rame è sparso nel terreno quindi per estrarlo bisogna prima togliere tutto lo strato vegetale. Quando infine si rimuove il rame, si rimuove quel terreno, che sarà esposto agli agenti atmosferici e nessun piano di gestione ambientale, qualunque esso sia, sarà in grado di controllare quel deflusso e tutto si verserà nei fiumi provocando esondazioni”.

Senza contare l’inquinamento delle falde: “Il rame -continua Alvaro- non è solo, viene estratto insieme a molti metalli pesanti. Il residuo della lavorazione finirà nei fiumi e il 70% della popolazione della regione amazzonica che vive ai margini dei fiumi non potrà bere quell’acqua né potrà utilizzarla per il bestiame. Questo metterà a rischio la loro stessa sopravvivenza. Sappiamo bene inoltre che il danno non è solo ambientale, è anche sociale (con le miniere arrivano gruppi e affari illegali, sfruttamento del lavoro, degrado)”.

Gli attivisti, per queste loro convinzioni, anche a Mocoa sono sotto attacco: “Abbiamo ricevuto minacce, insulti, pressioni da parte delle stesse persone che Libero Cobre ha assunto in città, più di 150, per far vedere che creano occupazione. Inoltre, si infiltrano in ambito politico e culturale. Hanno già cominciato a spaccare la comunità, rendendo la lotta molto complicata”. D’altra parte, qui non c’è lavoro e quando arrivano queste offerte è difficile rifiutare, così sono gli ambientalisti a diventare il nemico pubblico numero uno: “Molti ci attaccano e ci dicono, state togliendo il pane ai nostri figli, siete contrari allo sviluppo, perché credono che con il rame qui verranno create grandi fabbriche che ci daranno lavoro e ricchezza, ma questo è falso perché Libero Cobre investirà in borsa, nella finanza e non creerà nessuna economia nella regione. Come cittadini e cittadine ci manca una visione a lungo termine: ciò che lasceranno qui sarà miseria, inquinamento, danni ambientali irreparabili”.

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