di ANTONIO LOPEZ Y ROYO
Per il progetto che in questi mesi sto coordinando, il progetto Bian Bio corridoio delle Ande Nord (in Ecuador) finanziato dal Fieds (Fondo Italo Ecuadoriano di Sviluppo sostenibile), ho il privilegio di visitare spesso zone ecologicamente importanti ed affascinanti. Qualche giorno fa, visitando la zona di progetto nella prefettura del Carchi, ai confini con la Colombia ho avuto una gradita sorpresa. Ho avuto modo di visitare la “Dante’s House”, una casetta in un bosco sulla cordigliera orientale delle Ande nel cantone di San Pedro de Huaca: una giovane famiglia ha messo su un’attività di eco turismo che offre una serie di itinerari nel bosco ispirati alla Divina Commedia di Dante Alighieri per poter parlare però della natura del posto, conservazione del “paramo” (zona alta delle Ande) e del “bosque de guandera” (uno dei pochi boschi centenari delle Ande che ricopre le zone alte delle montagne). Da questa casetta senza elettricità, riscaldata da un grande camino, dove spesso si organizzano corsi di formazione sull’ecologia, la zona di apprendimento rispecchia il percorso di Dante nel Purgatorio, si parte per il Paradiso o si scende nell’Inferno. Per il poco tempo a disposizione
scendo solo verso gli inferi, un fitto bosco labirintico che prevede numerose fermate nelle quali una guida locale inizia a leggere, ad ogni fermata, un passo scelto dell’Inferno di Dante. Dopo la lettura si fa una riflessione sulla natura circostante, sulle cattive abitudini che abbiamo nel danneggiare la natura e sulle infinite risorse che il bosco può offrire, dalla cosmetica naturale, alla lotta alla deforestazione con un tipo di agricoltura agroforestale, ecc.
Altre volte nelle fermate ci presentano gli animali mitologici citati da Dante nell’Inferno e vengono comparati con i miti indigeni locali, come il rospo, la vecchia della montagna, gli spiriti che proteggono la natura. Per una maggiore comprensione possiamo anche usare delle lenti di ingrandimento per scoprire il sotto bosco, gli insetti, ragni e funghi che si fanno largo tra lo spesso fogliame che ricopre il cammino.
Il percorso andrebbe avanti per varie ore ma il ritmo serrato di visita al territorio mi costringe a rientrare al “Purgatorio” per un pranzo tipicamente andino e per un ultimo scambio di contatti con il proprietario del posto, con la promessa di ritornare presto e dormire con una tenda fuori dalla casa ed ammirare le stelle e camminare verso il paradiso. Lì conosceremo la leggenda del bosco che ricorda la figura della Madonna con un misto di Pachamama) e magari riusciremo ad arrivare in vetta nella zona delle innumerevoli lagune e cascate dove passeggiano l’orso andino, il puma e dove a volte vola ancora il condor. Una iniziativa originale che dimostra che ecologia e cultura vanno spesso per la mano e che insieme possono veramente fare qualcosa per la difesa di un’ambiente cosi fragile ed importante.