— Un osservatorio racconta l’escalation di aggressioni e violenze a sfondo razziale
Il razzismo è una nuova emergenza. È questo il messaggio che ci viene consegnato dalle cronache giornalistiche del 2018. Ma è davvero così? Negli ultimi mesi le retoriche violente, che hanno scelto come bersaglio i migranti, i rifugiati e i rom, hanno pervaso il dibattito pubblico, persino istituzionale, contribuendo a legittimare discriminazioni e violenze razziste quotidiane ancor più rispetto al passato. Ma sarebbe un errore cercare nella data del 4 marzo “l’inizio” di un fenomeno che nel nostro paese ha, purtroppo, radici storiche, politiche e culturali ben più profonde. Solo per ricordare alcuni dei fatti più gravi dell’ultimo ventennio. Era il 1987 quando a Pisa, l’aggressione fisica contro un immigrato senegalese avvenne in una sede dei vigili urbani. Nel 1989 fu ucciso Jerry Maslo a Castel Volturno, colpevole di essersi opposto allo sfruttamento del lavoro nelle campagne. Nell’agosto del 1991 centinaia di immigrati albanesi furono segregati nello Stadio di Bari, in condizioni ai limiti delle violazioni dei diritti umani. A Milano Abdul William Guibre fu ucciso nel settembre 2008, nei giorni della strage razzista di matrice camorrista in cui morirono il 13 settembre, ancora una volta a Castel Volturno, 6 cittadini africani. Il biennio 2007-2009 coniò le prime ordinanze creative e il primo cosiddetto “pacchetto sicurezza”. Il raid incendiario contro il campo rom della Continassa a Torino è del dicembre 2011, così come la strage di Firenze che ha provocato la morte di Samb Modou e Diop Mor. Questi (e molti altri ancora) i precedenti dei casi più gravi più recenti: l’uccisione di Emmanuel Chidi Nnamdi a Fermo nel luglio 2016, il raid di Macerata del 3 febbraio 2018, l’uccisione di Idy Diene del 5 marzo 2018 e di Soumaila Lako a San Calogero il 2 giugno, i molti casi di aggressione effettuate con armi da sparo a Roma (contro una bimba rom di appena 16 mesi nel mese di luglio) e altrove. Impossibile qui ricordarli tutti. Nel 2018 vi è stato però un salto di qualità: la normalizzazione delle violenze razziste è stata accompagnata dalla rivendicazione, spesso ostentata.
Il razzismo quotidiano
Tra l’1 gennaio e il 31 dicembre 2018 Lunaria ha documentato 628 casi di violenza verbale e fisica, danni alla proprietà e discriminazioni di matrice xenofoba o razzista a seguito delle segnalazioni pervenute da parte delle vittime, dei testimoni, di altre associazioni o grazie a notizie di stampa. Si tratta di 400 violenze verbali, 126 aggressioni fisiche contro la persona, 29 danneggiamenti alla proprietà, 73 casi di discriminazione. Tra le violenze verbali, spiccano i 239 casi di propaganda politica discriminatori (messaggi sui social network, dichiarazioni verbali, striscioni e manifesti contenenti slogan razzisti). A questi si accompagnano 130 casi di offese, minacce o molestie verbali pronunciate da singoli individui, mentre sono 31 le manifestazioni pubbliche (cortei, presidi, raccolte di firme) che hanno scelto come bersaglio i migranti, i richiedenti asilo e i rifugiati.
Ma l’anomalia del 2018 riguarda soprattutto le violenze fisiche contro le persone o contro beni o proprietà connessi (o ricondotti) alla presenza di cittadini stranieri. Sono state 126 le aggressioni razziste, 25 quelle commesse in gruppo anche da minori e 29 i danneggiamenti a beni e proprietà. Tra le 73 discriminazioni riscontrate, 43 sono state commesse da attori istituzionali, 31 da privati cittadini. Questi i crudi numeri.
Un anno preoccupante, ma gli anticorpi ci sono
Il 2018 si è aperto con la dichiarazione radiofonica dell’allora candidato e oggi governatore della regione Lombardia, Attilio Fontana: “Dobbiamo decidere se la nostra etnia, se la nostra razza bianca, se la nostra società deve continuare a esistere o se deve essere cancellata”, Radio Padania, il 15 gennaio 2018. Il ritorno della razza, con insulti e offese rivolti soprattutto contro cittadini africani, ha accompagnato in modo esplicito molte aggressioni razziste compiute per strada. La campagna elettorale ha premiato un partito di destra (sostenuto dai movimenti della destra estrema) che ha esibito il “bastone” contro i migranti, i richiedenti asilo, i rifugiati e i cittadini di origine straniera annunciando espulsioni e rimpatri di massa, la chiusura dei centri di accoglienza, l’apertura di altri centri di detenzione e la riduzione dei diritti di cittadinanza a “privilegi” per i soli cittadini italiani nell’erogazione delle prestazioni di welfare.
Di razzismo istituzionale, il 2018 è stato cosparso in ogni modo nella rete e, molto più concretamente, nella vita reale con il ricorso a circolari, direttive e nuove norme come quelle contenute nella Legge 132/2018. Il web ha svolto un ruolo cruciale nella diffusione del razzismo, ma ha aperto anche un canale straordinario di denuncia, di comunicazione e di mobilitazione di solidarietà dal basso, segno che l’Italia è ben lungi dall’essere “un paese razzista”. L’anno trascorso semmai ci ricorda che il germe della xenofobia e del razzismo ha scavato a fondo la società italiana e che per combatterlo in modo efficace serve oggi più che mai un’assunzione di responsabilità diretta, diffusa e trasversale, individuale e collettiva, nella lotta contro tutte le forme di diseguaglianza e per le pari opportunità.
di Grazia Naletto
Ex-presidente di Lunaria, esperta di migrazioni, welfare e finanza pubblica, coordina le attività di ricerca e animazione sulla lotta al razzismo e alle discriminazioni.
Il Progetto – Lunaria
Lunaria è un’associazione di promozione sociale senza fini di lucro, laica, indipendente e autonoma dai partiti fondata nel 1992. Promuove la pace, la giustizia sociale ed economica, l’uguaglianza e la garanzia dei diritti di cittadinanza, la democrazia e la partecipazione dal basso, l’inclusione sociale e il dialogo interculturale. Mobilità e volontariato internazionale, politiche giovanili, migrazioni e lotta al razzismo, analisi delle politiche pubbliche di bilancio, economiche e sociali, sviluppo sostenibile, lotta alle disuguaglianze, sono al centro del suo impegno sociale. Dal 2011 l’associazione documenta il razzismo quotidiano sul sito dedicato “Cronache di Ordinario Razzismo”, in un database disponibile online che raccoglie 6823 casi di discriminazione e di razzismo avvenuti dal 2007 al 2018.
Informazioni: antirazzismo@lunaria.org | info@cronachediordinariorazzismo.org | www.lunaria.org | www.cronachediordinariorazzismo.org